Lavorare viaggiando, come avere il proprio ufficio sempre con sé

Mercoledì 15/03/2017 08:05

Quando ci si trova in viaggio, lontano da casa o dall'ufficio, quanto è importante avere con sé tutti i propri documenti e gli strumenti che si utilizzano ogni giorno?
Lavorare viaggiando o viaggiare lavorando è assolutamente possibile. Sia che ci si sposti spesso per lavoro, sia che ci si trovi eccezionalmente in trasferta, sempre più spesso risulta importante avere la possibilità, comodamente, di navigare sul web, inviare e ricevere email, recuperare i documenti memorizzati su workstation e server NAS installati in azienda o presso la propria abitazione.
 

 


Di seguito presentiamo alcuni consigli per lavorare in viaggio, senza sentirsi sprovvisti di nulla. Si tratta degli strumenti che utilizziamo noi ogni volta che dobbiamo assentarci dalla redazione e spostarci altrove.
 

 

1) Connessione dati sullo smartphone e convertibile
 

 


Uno smartphone Android è un fido compagno di viaggio. Specie se si fosse deciso di acquistare un phablet, quindi un dispositivo dotato di schermo con una diagonale non inferiore a 5,5 pollici.
Utilizzando il dispositivo si potranno gestire appuntamenti, inviare e ricevere email, navigare sul web e così via.

Spesso però la dimensione del display e l'assenza di una tastiera fisica sono limitanti quando si deve lavorare su documenti, fogli di calcolo e presentazioni.

Il consiglio è quindi quello di dotarsi di un sistema 2-in-1, un convertibile, quindi un dispositivo che di base è un tablet ma che all'occorrenza può trasformarsi in un piccolo notebook. Se si fosse avvezzi a utilizzare un sistema Windows 10, in commercio vi sono molteplici convertibili basati sul sistema operativo Microsoft.

Si tratta di dispositivi che sono davvero pratici da usare, molto leggeri e soprattutto compatti, aspetti che li rendono eccellenti compagni di viaggio.Nell'articolo Migliori convertibili: ecco i tablet con tastiera Windows 10 più validi abbiamo fatto qualche nome, focalizzandoci anche sugli aspetti da tenere a mente nella scelta di un convertibile mentre in Convertibili 2 in 1, quali i migliori sul mercato? abbiamo fornito qualche informazione di carattere generale.
Nell'approfondimento Tablet Windows 10 convertibile in PC: come configurarlo abbiamo invece spiegato come ottimizzare il funzionamento di un convertibile.

Amazon propone una vasta scelta di convertibili.
Va detto che in alcuni prodotti cinesi ben congegnati si troverà sia Windows 10 che Android sotto forma del popolare e apprezzato fork Remix OS.
I prodotti da tenere d'occhio sono quelli a marchio Teclast e CHUWI, disponibili ad esempio sullo store di Gearbest.

Nella maggior parte dei casi, uno schermo da 10,1 pollici è più che sufficiente per lavorare in viaggio ma se si volesse qualcosa di più ci si può eventualmente orientare sui convertibili dotati di display da 11,6 o addirittura 13,3 pollici.

2) Tethering e hotspot WiFi

Non è necessario acquistare un meno comune convertibile dotato di slot per l'inserimento di una scheda SIM.
La configurazione che noi stessi puntualmente utilizziamo consiste nel trasformare il dispositivo Android in un hotspot WiFi.
Utilizzando le funzionalità tethering e hotspot WiFi attivabili sul dispositivo Android, sarà possibile condividere la connessione dati con uno o più dispositivi WiFi client (qual è il convertibile descritto in precedenza).

Diversamente da ciò che molti ritengono, attivare le due funzionalità sul dispositivo Android è molto semplice ed è possibile farlo con qualunque operatore di telefonia mobile italiano.

I passaggi da seguire sono illustrati nel nostro articolo Tethering WiFi su Android non funziona: ecco come risolvere.

L'importante, nel caso in cui si utilizzasse una SIM Vodafone, è attivare il Servizio di blocco Internet da PC dall'area clienti web in modo tale da evitare qualunque addebito quindi impostare la stringa default,supl,dun in Reti mobili, Nomi punti di accesso, Tipo APN (impostazioni di Android).

Dopo aver adeguatamente protetto l'hotspot WiFi creato sullo smartphone Android (scegliere WPA2 PSK come algoritmo di protezione e impostare una password sufficientemente complessa a protezione della rete wireless), sul convertibile dovrebbe apparire - tra le reti disponibili - l'SSID corrispondente all'hotspot appena impostato.

Nel caso in cui non si riuscisse a navigare, è importante verificare le impostazioni dell'interfaccia di rete WiFi, sul convertibile Windows, digitando Windows+R quindi ncpa.cpl.
Accedendo alle proprietà dell'interfaccia di rete wireless (tasto destro, Proprietà), ci si dovrà accertare che Protocollo Internet versione 4 sia impostato su Ottieni automaticamente un indirizzo IP.
In questo modo, lo smartphone Android potrà assegnare automaticamente - via DHCP - un indirizzo IP privato al convertibile collegato.
 

 

 

 


Nelle caselle sottostanti, come indirizzi dei server DNS si possono impostare, ad esempio, quelli di Google (ovvero 8.8.8.8 e 8.8.4.4).

3) Attrezzarsi di un caricabatterie con più porte USB

Se si viaggia ad esempio in treno, è fondamentale munirsi di un caricabatterie da viaggio dotato di più porte USB: a ciascuna di esse potranno essere collegati il dispositivo mobile Android e il convertibile nel caso in cui l'autonomia della batteria dovesse scendere "ai minimi termini".

Nell'articolo Caricatore USB, quale scegliere? abbiamo messo in evidenza le differenze fra i vari caricabatterie che sono oggi disponibili in commercio mentre in Ricaricare più velocemente la batteria dello smartphone e in USB Type-C: quali sono le caratteristiche del connettore abbiamo parlato della modalità di ricarica rapida, supportata da alcuni dispositivi.

Nel caso dei treni non soltanto i convogli ad alta velocità ma anche i regionali offrono ormai una presa di corrente per collegare e ricaricare i propri dispositivi elettronici.
Avere sempre a disposizione un caricabatterie a più porte USB e portare con sé, magari, anche un pratico power bank è spesso fondamentale per poter continuare a lavorare.
 

 


4) Utilizzare l'utilità ping per accertarsi di quanto la connessione dati sia stabile

Quando ci si sposta su lunghi tragitti è possibile che, a tratti, la connessione dati diventi improvvisamente instabile.
Ciò è dovuto al fatto che il segnale dell'operatore di telefonia mobile, in alcune zone, non è ricevibile al meglio oppure non lo è affatto (si pensi ai tratti in cui ci si attraversa una galleria).

Allorquando dovesse risultare impossibile, dal convertibile, accedere ai vari siti web, non è necessario correre ad afferrare lo smartphone Android sul quale si sono attivati l'hotspot WiFi e la funzionalità tethering: basta infatti aprire il prompt dei comandi di Windows (Windows+R quindi digitare cmd) e scrivere ping www.google.it seguito dalla pressione del tasto Invio.

Se si legge il messaggio Richiesta scaduta, significa che il segnale mobile non è momentaneamente disponibile; se si dovessero ricevere risposte superiore al secondo (maggiori di 1000 ms in corrispondenza della voce "durata") è altamente probabile che il telefono sia passato sotto copertura EDGE, assolutamente inadeguata per il trasferimento dati: Cosa significano le icone GPRS, E, 3G, H, H+, LTE sugli smartphone.

Digitando ping -t www.google.it si potrà verificare quando la connessione dati torna ad essere affidabile (nessun pacchetto perso e latenza comunque inferiore ai 300 ms).
Per interrompere i test effettuati dal comando ping basta premere la combinazione di tasti CTRL+C.
Quando il segnale HSDPA, HSPA+ o 4G è stabile non è infrequente ottenere una latenza inferiore ai 50 ms e poter fruire di una connessione dati estremamente veloce.
Nelle zone rurali, invece, la connessione dati dell'operatore di telefonia mobile può talvolta improvvisamente "crollare", specie nelle aree geografiche dove la copertura non è ottimale.
 

 


5) Servirsi di un account di posta elettronica IMAP

Durante il viaggio uno degli strumenti che si utilizzano di più è indubbiamente la posta elettronica.
A meno che non si utilizzi una webmail e, di conseguenza, si inviino e si ricevano sempre i messaggi di posta elettronica usando esclusivamente il browser web, da tutti i dispositivi in proprio possesso (compresi quelli installati a casa e in ufficio), il nostro consiglio è quello di dotarsi di un account di posta IMAP.

Il protocollo IMAP nasce (diversamente da POP3) con un obiettivo ben preciso, quello di permettere l'accesso allo stesso account di posta - anche simultaneo - da più dispositivi diversi.

Quando si è lontani da casa o dall'ufficio, quindi, si potranno continuare a inviare e ricevere email. Tutti i messaggi risulteranno sempre consultabili anche sui computer di casa o dell'azienda:

- Differenza tra POP3 e IMAP: cosa cambia nella ricezione della posta
- Creare un indirizzo email: quale servizio scegliere

Sul convertibile Windows 10 è possibile installare e utilizzare, per esempio, un client come Thunderbird che supporta brillantemente gli account IMAP.

6) Utilizzare le versioni web dei clienti di messaggistica istantanea

Per velocizzare l'invio di messaggi istantanei utilizzando la tastiera fisica del convertibile, suggeriamo di utilizzare applicazioni web come WhatsApp Web, Skype for Web e similari.
 

 


Skype for Web è totalmente indipendente e non necessita dell'installazione di alcun software, né sul convertibile né sul dispositivo mobile: Usare Skype online senza installarlo e senza plugin.

Nel caso di WhatsApp Web, invece, l'app di messaggistica deve essere installata sul dispositivo Android. Dopo aver visitato questa pagina dal dispositivo mobile, si dovrà semplicemente selezionare la voce WhatsApp Web dall'applicazione quindi inquadrare il codice QR con la fotocamera digitale (vedere questi articoli).

Suggeriamo anche la lettura dell'articolo Come trasformare applicazioni web in programmi desktop.

7) Collegarsi alla rete di casa o dell'ufficio da remoto

Se si è lontani dall'ufficio o da casa si potrebbe sentire l'esigenza di recuperare un documento memorizzato su una workstation o su un server NAS collegati alla propria rete.

Il nostro consiglio è quello di dotarsi di un router che offre la possibilità di configurare un server OpenVPN. È il modo migliore per attivare l'accesso da remoto ai sistemi collegati alla rete locale di casa o dell'azienda.

Collegandosi, attraverso l'apposito client OpenVPN, al server remoto, si potrà accedere alle cartelle condivise in rete locale e ai file memorizzati su supporti di storage così come se si fosse fisicamente collegati alla LAN.
Il server OpenVPN remoto fornirà un indirizzo IP privato e tutti i dati scambiati verranno sempre trasmessi in forma cifrata (impedendone la lettura da parte di terzi che si trovassero lungo il percorso).
 

 


Una guida passo-passo per procedere con un router Netgear (ma la procedura è molto simile anche con router professionali di altri produttori) è pubblicata nell'articolo OpenVPN: come attivare il server VPN sul router.

In alternativa è possibile usare strumenti come OneDrive (che tra l'altro consente di accedere ai contenuti di un computer remoto: Entrare nel PC da remoto con OneDrive) oppure ci si può sempre appoggiare ai vari servizi di storage cloud.
Il vantaggio di OpenVPN, però, è che i propri documenti restano sempre all'interno della propria infrastruttura e non vengono mai caricati su server di terze parti (spesso fisicamente Oltreoceano) come nel caso del cloud.

Come convertire VHS in digitale

Come convertire VHS in digitale

Mercoledì 05/06/2019 18:31

Anche se ormai le videocassette sono un lontano ricordo, ci sono ancora moltissime persone che hanno intere collezioni conservate a casa propria. Questa nuova guida odierna, intitolata “Come convertire VHS in digitale“, è dedicata proprio a chi vuole portare tutti i video delle videocassette sul computer.

Occorrente

Innanzitutto, per procedere con la conversione di una videocassetta in digitale, è necessario procurarvi alcuni dispositivi utili per la trasformazione. In particolare, bisogna possedere un videoregistratore VHS in cui inserire le videocassette da digitalizzare, un PC (che può essere un computer Windows oppure un Mac), un video grabber e alcuni cavi o adattatori.

Per chi non lo sapesse, il video grabber è un dispositivo che si occupa di acquisire il segnale audio/video dal registratore e per trasformarlo poi in un segnale digitale da salvare sul computer. Sul mercato è possibile trovare diversi modelli ma è importante fare attenzione a controllare che ci sia una porta USB per collegarlo al PC e dei cavi RCA (giallo, bianco e rosso) e/o S-Video. Oltre a questo, assicuratevi che il video grabber sia compatibile con la versione di Windows o macOS installata sulla vostra macchina.

Come convertire VHS in digitale

Una volta acquistato tutto l’occorrente, adesso siete pronti per effettuare la conversione della videocassetta in digitale. Il primo step da seguire è quello di installare i driver e il programma in modo da sfruttare pienamente il video grabber. In questo caso, afferrate il disco presente nella confezione di vendita del video e inseritelo nel lettore CD/DVD del computer. Fatto ciò, vi basta procedere con l’installazione seguendo la procedura guidata.

Nel caso in cui il software fornito assieme al video grabber non vi soddisfi pienamente, potrete optare per OBS. Parliamo di un programma completamente gratuito compatibile con Windows, macOS e Linux che supporta la maggior parte dei video grabber presenti in questo momento sul mercato.

Per procedere con l’installazione, vi basta semplicemente collegarvi alla pagina di download del sito Internet del progetto, selezionare l’icona di Windows, macOS o Linux (a seconda del sistema operativo in vostro possesso) e dopodiché premere sull’apposito pulsante per procedere con lo scaricamento. Fatta questa operazione, fate la classica installazione.

Il secondo passaggio da compiere per convertire un VHS in digitale è quello di collegare il video grabber al computer e al videoregistratore. Per fare ciò connettete il dispositivo al PC inserendolo in una delle porte USB disponibili e dopodiché collegatelo al videoregistratore usando un cavo RCA oppure un cavo S-Video.

Qualora aveste acquistato un adattatore SCART con ingresso S-Video, dovrete inserire i cavi RCA rosso e bianco nelle apposite porte per il segnale audio e quello S-Video per il segnale video. Fatto ciò, spostate l’interruttore su Output e dopodiché collegate l’adattatore SCART all’ingresso SCART presente sul retro del videoregistratore.

Fatta questa operazione, collegate l’altra estremità di cavi RCA rosso e bianco e dell’S-Video negli ingressi appositi del video grabber e completate l’operazione connettendo quest’ultimo a una delle porte USB del PC.

A questo punto, potete passare al terzo passaggio che consiste nel far partire il software di acquisizione video (quello incluso nel disco oppure OBS), regolare le varie impostazioni a seconda delle vostre esigenze e premere sull’apposito pulsante per convertire il VHS in digitale. In particolare, bisogna impostare video grabber USB sia nella sorgente video che in quella audio e successivamente selezionare il tipo di cavo utilizzato fra S-Video o Cavo composito.

Nel caso in cui utilizzaste OBS, potrete compiere questi passaggi premendo sul pulsante + presente nel box di Origini e selezionando Dispositivo di cattura video dal menu visualizzato. Fatto ciò, premete su OK e selezionate il video grabber USB attraverso il menu a tendina Dispositivo.

Nel passaggio successivo, è necessario regolare le varie impostazioni riguardanti il video di output come ad esempio la risoluzione, il bitrate massimo e il formato predefinito. In questo caso, vi suggeriamo di impostare 352 x 576 pixel come risoluzione (o 352 x 480 pixel se state digitalizzato un VHS nel formato NTSC) e 3000 kb/s come bitrate massimo. I formati consigliati, invece, sono MP4 o AVI. È possibile trovare questi settaggi all’interno di OBS accedendo alle Impostazioni e premendo sulla voce Output nella barra laterale di sinistra.

Adesso, non vi resta che scegliere la cartella in cui salvare il video di output e premere sul pulsante di cattura (Avvia trasmissione nel caso di OBS). Al termine della procedura, premete sul pulsante di stop (Ferma registrazione su OBS) per terminare la digitalizzazione del video. L’ultimo step, ossia il quarto, consiste nel convertire il filmato esportato dalla videocassetta nel formato preferito. In questo caso, vi proponiamo qui sotto alcune guide per svolgere l’operazione senza intoppi.



Fonte: www.chimerarevo.com

Come gestire le campagne Adwords per ottenere risultati

Come gestire le campagne Adwords per ottenere risultati

Martedì 11/06/2019 10:31

Gestire campagne Adwords ed ottenere risultati reali non è semplice come sembra. Un articolo a cura di Nextre Digital.

Se cerchi un modo ottimale per posizionarti meglio rispetto ai tuoi competitor, trovare nuovi contatti sul web oppure far funzionare nel migliore dei modi le tue vendite online, sicuramente una campagna Adwords può aiutarti.

Per poterla impostare in maniera perfetta è necessario rivolgersi a veri e propri professionisti nella gestione delle campagne Adwords, a meno che tu non sia un esperto del settore. In questi ambiti il fai da te è sconsigliato, potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio.

In questo articolo vogliamo spiegarti come muoverti e quali sono le risorse necessarie per ottenere in breve tempo ottimi risultati.

Qual è il costo di gestione delle campagne adwords?

Il costo naturalmente varia in funzione della tipologia di campagna che vorrai realizzare.

Sicuramente aprire un account seguendo le istruzioni di Google Adwords permette di creare in pochissimo tempo la propria campagna. Può anche accadere che i primi tempi gli annunci creati si posizionino nei primissimi posti dei motori di ricerca, riuscendo anche ad avere qualche click.

Eppure i risultati mostrati nel tempo dicono che chiunque provi ad occuparsi della gestione delle campagne Adwords in modo amatoriale finisce inevitabilmente per investire molti più soldi di quelli che guadagna.

Nel tempo i click diventano più costosi e gli annunci non vengono più pubblicati perché il punteggio di qualità è crollato.

Cosa è accaduto alla campagna che inizialmente sembrava andare alla grande?

Non ha dato i risultati sperati perché una buona campagna Adwords ha bisogno di esperienza e tempo da dedicargli. Il sistema cambia in continuazione e solo chi è in grado di comprenderne al meglio le variazioni può aiutarti ad investire ed ottenere i risultati migliori.


Leggi anche Quali sono i rischi legali di Google Adwords


Perché fare pubblicità su Google ti permette di fare la differenza?

Occuparsi delle campagne Adwords in maniera ottimale prevede tra le altre cose, anche uno studio accurato per impostare il marketing mirato.

In pratica i tuoi annunci andranno a raggiungere proprio le persone che stanno cercando i prodotti o i servizi che proponi nel tuo sito. In questo modo ogni click non rappresenterà più un semplice costo, ma sarà una importante opportunità per acquisire un nuovo potenziale cliente.

Lo studio accurato della campagna promozionale e la profonda conoscenza dei sistemi utilizzati dai motori di ricerca per assegnare una determinata posizione agli annunci, può fare la differenza con i competitors.

Sono infatti moltissimi gli studi che hanno evidenziato come un'azienda che riesca a posizionarsi nelle primissime posizioni abbia molte più possibilità di ricevere visite, rispetto ad una che magari compare invece in seconda pagina.

Perché scegliere un'agenzia invece di un freelance per una consulenza adwords?

Se affidarsi ad un freelance per una consulenza Adwords può apparentemente essere più conveniente, in realtà il denaro che andrai ad investire nel tuo progetto sarà molto di più di quello che potrebbe invece chiedere un'azienda che da molti anni lavora nel settore.

Proprio per le molte ragioni che ti abbiamo appena detto, per il continuo mutare dei sistemi con cui i motori di ricerca assegnano le posizioni agli annunci, è importante scegliere chi può garantire una profonda conoscenza del settore.

Costa di più una campagna Adwords in cui hai investito 100 euro senza portare a casa alcun risultato oppure una in cui hai investito una cifra maggiore, ma che è riuscita a darti i risultati che volevi?

Rivolgendoti a dei professionisti del settore, come il team che da anni lavora in Nextre Digital, potrai avere un preventivo personalizzato, insieme alla certezza che i soldi investiti serviranno per portarti dei reali tangibili profitti.

Articolo a cura di Nextre Digital

 


Hai bisogno anche tu di promuovere la tua azienda?

Per avere maggiori informazioni contattaci via mail all'indirizzo sara.duranti@seedble.com o su info@spremutedigitali.com


 



Fonte: www.spremutedigitali.com
Rimuovere oggetti dalla foto: le migliori app

Rimuovere oggetti dalla foto: le migliori app

Mercoledì 04/09/2019 11:31
Vi sarà sicuramente capitato, almeno una volta, di aver scattato una foto quasi perfetta, rovinata purtroppo da qualche oggetto o persona. Risulta quindi abbastanza frustrante non poter avere l’immagine perfetta desiderata a causa di qualche leggi di più...

Fonte: www.chimerarevo.com
Link building: consigli per link di vero valore

Link building: consigli per link di vero valore

Lunedì 30/09/2019 17:00

La link building è tra le attività di SEO off page più importanti in assoluto per garantire un buon numero di accessi al proprio sito.

La link building consiste in una strategia di SEO off-site. Serve a garantire un maggior numero di accessi al proprio sito e ad acquisire maggiore popolarità ed autorevolezza nei motori di ricerca come Google.


Cosa si intende per SEO off-site?

Per SEO off-site si intendono quelle operazioni e strategie attuabili per influenzare il posizionamento di un sito internet. Non vengono svolte a livello di codice, di design o di contenuti interni, ma sfruttando media e contenuti esterni.


Nei motori di ricerca non è facile conquistare posizioni, per farlo è necessario un complesso lavoro di SEO, on ed off site e tra le strategie più efficaci la link building è quella che permette di diffondere alcuni link al proprio sito per il web, sfruttando altri portali.

Tuttavia, fare link building non è semplice come potrebbe sembrare. E non è semplice diffusione di link. Bisogna prestare attenzione a dei dettagli importanti per ottenere back link di valore e che effettivamente aiutano a migliorare la posizione di un sito.

Le migliori tecniche per fare link building

Utilizzare al meglio questa tecnica SEO può concretamente migliorare il traffico ad un sito web. Ma attenzione, perché se non si è veramente esperti si potrebbe incorrere in penalizzazioni ed ottenere l'effetto contrario.

Oggi fare link building è più complesso rispetto al passato, perché Google non si accontenta più di link "sparsi" per il web, ma ne controlla anche pertinenza e qualità. La costruzione della strategia di link building quindi va fatta con senso e con cognizione di causa per ottenere dei buoni risultati.


Leggi anche Scrivere meglio con 3 strumenti da paura


Consigli utili per una strategia di link building di valore

  • Evitare i link artificiali. La pratica della compravendita di link va a formare spesso i c.d. link artificiali. Google potrebbe accorgersi della presenza di questa pratica di link building e potrebbe anche penalizzarti.
    I guest post quindi devono essere costruiti correttamente e cercando di inserire i link senza alcuna forzatura.
    Google infatti ha modificato i suoi algoritmi, ed è sempre più abile a scovare i link artificiali. E dato che la link building secondo Google dovrebbe essere spontanea e naturale (un sito dovrebbe essere citato perché autorevole nel settore, non perché ha pagato) bisogna fare attenzione a far sì che i link siano sempre estremamente naturali.
    Fare link building naturale non è semplice ma con un po’ di esperienza e qualche accorgimento, è possibile.
  • Quanti back link? Argomento correlato al concetto di link building naturale è il non esagerare nella distribuzione di link per il web.
    Il concetto è: meglio fare link building con gradualità che fare vero e proprio spam, cosa che non va mai bene se si cerca di creare un'autorevolezza.
    Cerca di fare attenzione a distribuire i link della link building con criterio.
  • Creare contenuti che abbiano valore. La maggior parte della link building si fa per mezzo dei guest post, che sono ottimi strumenti per poter catturare l’attenzione dell’utente e soprattutto creare valore (e ricordiamo che Google premia chiunque crea valore).
    Il contenuto quindi deve essere curato: sufficientemente lungo, diremmo minimo 600 parole, ben formattato, ordinato e leggibile.
    No a errori grammaticali, sì a tematiche completamente originali e con un linguaggio accattivante. Ricordati sempre di creare dei contenuti che abbiano un reale valore per l’utente, se il tuo obiettivo è essere premiato da Google.
  • Coerenza con il tema del sito. La coerenza è di fondamentale importanza per Google. Non importa se il tuo sito e quello ospitante sono entrambi autorevoli. Se il tuo sito tratta di scarpe e quello ospitante di calcio e sport, è intuibile che ogni link building sarebbe pretestuosa e Google se ne potrebbe accorgere.

Articolo a cura di Max Del Rosso

Grazie Max per aver condiviso con noi e con i nostri lettori la tua esperienza e professionalità.


Potrebbe interessarti anche Digital PR ed influencer marketing: valore aggiunto per l’azienda



Fonte: www.spremutedigitali.com
La fotografia ai tempi dei social

La fotografia ai tempi dei social

Venerdì 11/10/2019 15:31

Articolo di Cristiano Denanni

Se è incontestabile che i Social Network (Instagram in testa) hanno fatto delle immagini, statiche o in movimento, la loro essenza, riducendo testi e parole a titoli o didascalie.

Se è vero che "un'immagine racconta più di mille parole"; se è un dato di fatto che ogni giorno vengono caricati milioni di video e di fotografie sulle più svariate piattaforme, che ormai conosciamo meglio di casa nostra; se tutto questo risulta incontrovertibile, lo sono anche i paradossi che ne conseguono direttamente:

  • nessun "luogo" come un Social è meno adatto a mostrare una fotografia;
  • mai come oggi, fotografia e filmati sono meno "capaci" di raccontare qualcosa.

Sono due provocazioni? Solo in minima parte. E probabilmente solo per quanto riguarda la seconda affermazione.

La fotografia non è un'immagine fine a se stessa

Lo scatto fotografico nasce per terminare (chiedo perdono per il gioco concettuale) su di una stampa, quindi su carta.

La fotografia ha bisogno di uno spazio di visuale maggiore di quello di un qualunque smartphone, per quanto di definizione eccelsa, per acquisire "verità", o meglio quella che in gergo tecnico si definisce "profondità". Ovvero quella sensazione visiva e sensoriale che ci permette di capire e di "sentire" le distanze che intercorrono fra i vari soggetti dell'immagine.

Instagram su questo aspetto è indiscutibilmente inadatto a mostrare davvero una fotografia, per quanto ristretto e non ingrandibile risulta lo spazio riservato alle immagini.

Non mi dilungo sulle questioni tecniche, mi basta sottolineare che quanto sopra specificato concorre a tratteggiare un'idea un poco più vera, per quanto ancora approssimativa, di immagine fotografica.

La fotografia è uno strumento per raccontare una storia

La definizione in pixel, spesso notevole, dei monitor degli smartphone, dei tablet o dei computer, è diventata più uno strumento di marketing, invece di un dato che corrisponda effettivamente alla qualità di una fotografia. Lo si capisce, del resto è associato a un semplice numero: più cresce quel numero, più lo strumento in questione è valido, secondo una proporzione concettuale però errata.

È facile "vendere" questo messaggio. Sappiamo però che non è così. O meglio, non basta la risoluzione a costituire una buona immagine fotografica. Non per nulla alcuni smartphone che vantano definizioni maggiori di talune fotocamere, ne restituiscono poi in realtà immagini sensibilmente meno valide (per quanto d'impatto).

Ci siamo abituati a percepire quello che vediamo sul feed di Instagram o di Facebook come qualcosa di "alto" senza ombra di dubbio, di valido, di spettacolare, quantomeno di frequente. Ma la fotografia, come anche l'immagine video, portano con sé una "sapienza" (tecnica e concettuale) che molte volte è completamente ignorata da chi crea contenuti per queste piattaforme:

  • la costruzione dell'immagine;
  • i "terzi medi";
  • la profondità;
  • la disposizione degli oggetti;
  • la temperatura colore;
  • il gioco della messa a fuoco;

oltre alle questioni prettamente storiche e l'esperienza del professionista, o dell'amatore consapevole, sovente risultano molto lontane da ciò che si vede sui Social.

Se è vero insomma che proprio grazie all'avvento di queste piattaforme tutti possiamo permetterci di "dire la nostra" in modo pubblico, è vero anche che risulta ogni giorno più complicato distinguere fra cosa possiede una sostanza, una fonte (per quanto riguarda le notizie), un peso esperienziale, da ciò che non lo ha.

Esiste poi la questione dei fruitori di contenuti, ancora una volta noi.

Non basta che i creatori di contenuti siano consapevoli: per tutti i discorsi fin qui analizzati, dovrebbero esserlo anche gli “spettatori”. Che, come sappiamo, nel caso dei Social sono le stesse persone. Consapevoli significa conoscere quantomeno ciò descritto nei paragrafi sopra. E capire, quindi, che esiste molta più dignità e molto più spessore dietro ad una vera fotografia, come ad un vero clip video, ecc…

Proviamo a fare un esempio usando una metafora: il feed (o la bacheca) di una piattaforma Social è una vetrina. Ci si aspetterebbe che se quella fotografia in vetrina fosse di nostro interesse, entreremmo a visitare la mostra, o a sfogliarne il libro o il catalogo. Oppure – cambiando esempio - acquisteremmo il disco, se quei pochi secondi del brano ci fossero piaciuti, o ci recheremmo al cinema se quel trailer fosse di nostro gradimento.

Perché, e anche questa affermazione potrebbe risultare provocatoria, ma è invece solamente lapalissiana, lo schermo (anche il più bello) del nostro smartphone non è un cinema, e neppure una galleria d’arte. E quello che ci guardiamo sopra non è un film. Così come un file MP3 (compresso e svigorito di una miriade di sfumature di suono) non è la musica di un Hi-Fi (o quantomeno di un buon paio di cuffie chiuse).

Le potenzialità di una "vetrina estesa", se vogliamo concepirla così, quali risultano il Web e i Social, sono immense, nulla a che vedere coi canali tradizionali di una volta (dove per una volta si intende pochissimi anni fa), e questo è probabilmente un bene, una ricchezza entusiasmante di possibilità.

La questione però è che la fruizione vera di un prodotto, o di un'opera artistica, necessita di ben altri strumenti, ma soprattutto di ben altra attenzione. Attenzione che dobbiamo prestare noi.

E quindi? Potrebbe apparire assunta una conclusione sconfortante dalla analisi fino qui stilata. Invece voglio proporre una interpretazione propositiva.


Leggi anche L’Era Social e il peso del (mancato) Feedback Umano


I Social come campo di formazione al fianco della creazione e fruizione

Esattamente in funzione della vastità e potenzialità della rete e degli strumenti Social, questi ultimi potrebbero divenire campo di formazione, di fianco all’attività effettiva di creazione e fruizione.

Noi tutti, ovvero coloro che propongono e coloro che consumano, potremmo apprendere, conoscere, crescere, approfondire. E lo potremmo fare - anche - attraverso lo strumento stesso di utilizzo.

Sia chiaro, non sto riferendomi a una formazione generica o di base che dir si voglia, qui non si ipotizza - né si può - sostituire la scuola col web. Però essere consapevoli che una vetrina non è un prodotto, né un’opera, risulta essere urgente e fondamentale.

Altrettanto importante del rendersi conto che varcando una soglia, fatta di un minimo di pazienza e disponibilità, è possibile andare molto più in là, ma soprattutto più in profondità.

Ci pare di perdere tempo a rallentare i ritmi di fruizione attuali, ad approfondire, diciamola tutta (senza timore): a studiare. Invece è il contrario; è solamente questione di abitudini, e naturalmente di priorità.

Vogliamo limitarci a passare sopra alle cose, come in un volo a migliaia di metri di distanza da come sono e dove si trovano effettivamente le questioni che ci interessano e appassionano?

O siamo disposti a selezionare e a capire qualcosa di più di un autore, o addirittura di un artista, per goderne incommensurabilmente di più?

Perché i nostri sensi e la nostra mente possono realizzare un’esperienza drasticamente più coinvolgente e appagante di quel minimo che ci siamo convinti di poter fare!

Articolo di Cristiano Denanni, fotografo professionista e scrittore


Potrebbe interessarti anche LinkedIn, segnalazioni e kudos: tra riconoscimenti e punti di attenzione




Fonte: www.spremutedigitali.com